Dove si nasconde il Tango?

Rubrica del mercoledì a cura di Dottircharlesogsusi

Questa mattina mi sono alzata con l'intenzione di scattare una fotografia che in qualche modo avesse a che fare con il Tango.
Sarà la notte passata a riflettere, sarà questa neve che lentamente imbianca e crea atmosfere nostalgiche, ma oggi farò dei riferimenti più introspettivi e metaforici legati a questa danza. Ecco quindi che la foto di oggi rappresenta la ricerca di un luogo, di un nascondiglio.

Parlo da non-ballerina o meglio da sperimentatrice. Ho avuto modo di partecipare a diverse lezioni con Tango Indipendente, con molte resistenze poiché ho sempre ritenuto il tango un ballo magnifico da osservare, ma non adatto alle mie "corde". Di recente ho capito che in realtà non era il ballo in sè a mettermi in crisi ma ciò che il Tango mi faceva provare ed emergere, portandomi inevitabilmente ad uno scontro interiore.
Dalla paura dell'abbandono, alla difficoltà di lasciarsi andare e fidarsi, dalle reminiscenze femministe in cui "io bado a me stessa"  e non ho bisogno certamente di un uomo; e potrei andare avanti all'infinito, se scavassi ancora.
Alla domanda di oggi "Dove si nasconde il Tango?" Ebbene, metaforicamente, se il tango è una prova, un affrontare le proprie paure, beh, è simbolicamente dentro ognuno di noi, è la prova per eccellenza, è il gettarsi ad "occhi chiusi"  ad incontrare i propri "mostri interiori", la risposta positiva, il salto per andare avanti e superarsi.
Mi sento quindi di augurare, oggi, buon Tango a tutti.